domenica 20 novembre 2011

One shot one kill: tiratore scelto


Una celebre frase di Ernst Hemingway recitava: “ Non c’è niente come la caccia all’uomo. Chi ha cacciato abbastanza a lungo uomini armati e ha goduto di questa esperienza, da quel momento non si interesserà mai più veramente a nulla”. Questa frase è certamente rivolta ai soldati, ma in particolare a coloro che combattono una guerra silenziosa, lontano dai fragori della battaglia: i tiratori scelti. Non usiamo mai il termine “cecchino” poiché è considerato un dispregiativo; esso fu coniato durante la prima guerra mondiale dove gli Schutzen austriaci, fedeli appunto a Cecco Beppe (così era chiamato l’imperatore Francesco Giuseppe nel lombardo veneto) mietevano continue vittime tra i militari avversari. Il tiratore scelto, per il suo impiego tattico-strategico, è portato ad operare lontano dai grandi numeri. La squadra di sniper è, infatti, composta di regola da due persone: lo sniper e lo spotter (osservatore); essi lavorano fianco a fianco, in stretta simbiosi e comunque anche lo spotter è un abile tiratore. Ma chi sono i migliori tiratori scelti? A quale esercito appartengono? Nella storia nessuno può dimenticare i tiratori scelti dell’Armata Rossa (il film “Il nemico alle porte” di Annaud è un tributo a Vasilij Grigor'evič Zajcev il più famoso tiratore scelto sovietico) oppure le abili imprese della loro controparte tedesca. Ad oggi gli sniper hanno raggiunto un livello d’addestramento ottimale in pressoché tutti gli eserciti (gli italiani sono un po’ indietro, ad esclusione delle Forze Speciali ovvio!), ma la loro abilità e le loro tattiche si sono affinate grazie alla scuola del Corpo dei Marines: gli Scout Sniper.
Carlos Hathcock è stato il padre fondatore di questa scuola, il più abile tiratore scelto della storia dell’esercito degli Stati Uniti. Il suo record di tiro (2.550 iarde/2.286 metri) è rimasto a lungo imbattuto, se pensiamo poi che è stato effettuato con una mitragliatrice Browning M2 cal. 50 (cartucce BMG 50) e una semplice ottica montata sul castello, direi che è difficile a ripetersi. La storia di Hathcock è davvero incredibile e nel contempo tragica. La sua abilità come tiratore non nacque in ambito militare: da giovane frequentava i poligoni della sua città dimostrandosi subito un bravo “shooter”, soprattutto sulle lunghe distanze. Prima di essere un asso dei Marines, Carlos era già un campione degli Stati Uniti avendo vinto prestigiosi tornei in tutto il paese. La guerra in Vietnam lo portò nelle file dei Marines per poi diventare non un semplice tiratore, ma il tiratore scelto per eccellenza. In poco tempo la sua destrezza divenne leggendaria non solo tra gli americani, ma soprattutto tra i vietnamiti i quali – esasperati dalle pesanti perdite - misero su di lui una taglia di 50.000 dollari. Carlos era soprannominato “Long Tra'ng du'Kich” ovvero “il cecchino dalla penna bianca” per via di una candida piuma che portava sul suo berretto floscio. Ad Hathcock furono attribuite ben 93 uccisioni certificate, un record assoluto; lui stesso comunque non fece mai un gran vanto di essere un temibile “cacciatore di uomini”. Per Carlos si trattava di sopravvivere, ma soprattutto di uccidere un nemico il quale – se non ucciso – avrebbe a sua volta ammazzato numerosi giovani marines. Come fu nel caso di Apache, questo era il nome in codice che i marines avevano dato a una donna vietcong che catturava i soldati e soleva torturali di notte, all’aria aperta, affinché le loro urla giungessero fino alle basi americane. Hathcock riuscì a freddarla con un colpo solo…one shot one kill. La fama di Carlos tramontò durante il suo secondo turno in Vietnam: nel 1969, poco distanti da Khe Shan, il mezzo anfibio sul quale viaggiava esplose su una mina diventando un inferno di fuoco per gli occupanti. In pochi secondi il corpo dello sniper dei marines divenne una torcia: Carlos riportò ustioni gravissime sul 90% corpo ( di cui 43% di ustioni di terzo grado) venne subito evacuato e ricoverato in fin di vita in un reparto per grandi ustionati in Texas. La sua fibra e la sua volontà d’acciaio lo portarono fuori pericolo, ma non gli risparmiarono anni di dolori e atroci sofferenze dovute alle ustioni e ai continui interventi chirurgici per praticare degli innesti di pelle umana e animale. Nel 1975 la sciagura di Carlos Hathcock assunse toni irreparabili poiché gli fu diagnosticata la sclerosi multipla della quale aveva già accusato alcuni sintomi durante la sia permanenza al fronte. Fu un colpo terribile per un uomo già afflitto dal dolore! Ancora una volta la sua voglia di vivere prevalse su tutto: non appena fuori dall’ospedale volle riprendere servizio e grazie al suo eroismo (gli fu conferita la Stella d’Argento) e alla sua fama fu riammesso senza problemi nella base di Quantico. Più il tempo passava, però, più la malattia cominciava a inibire le sue capacità. Malgrado la sofferenza Carlos non smetteva di frequentare i poligoni di tiro: ogni colpo, però, era un supplizio. Nella sua biografia vengono descritti attimi terribili quando, nonostante il parere medico sfavorevole, continuava a partecipare a lunghe sessioni di tiro che gli procuravano la riapertura delle cicatrici e la conseguente fuoriuscita di sangue. A pochi anni dalla pensione, Carlos venne definitivamente congedato dal corpo dei marines: questo provocò in lui un grande senso di depressione, superato solo grazie alla moglie Jo e alla sua instancabile motivazione. La storia di Carlos Hathcock terminò il 23 febbraio 1999, quando esalò l’ultimo respiro. Una vita vissuta nel corpo dei marines per il quale Carlos aveva sacrificato tutto, anche la vita. Il padre fondatore di una delle scuole più prestigiose al mondo e che ancora oggi sforna i migliori tiratori scelti di tutti gli eserciti del mondo. L’ironia della sorte ha voluto che proprio il record di Hathcok venisse superato, poco tempo fa, non ad opera di un marines, ma grazie all’abilità di un tiratore canadese. Nel 2002 il caporale maggiore Graham Ragsdale della Princess Patricia's Canadian Light Infantry uccise un talebano alla distanza di 2.657 iarde/2.430 metri con un TAC 50.
Da chissà quale posto in cielo o all’inferno Carlos avrà messo mano al suo fucile per provare a batterlo di nuovo! (si raccomanda la lettura dell’unica biografia di Hathcock: “Tiratore scelto” di Charles Henderson, Longanesi, 2007).

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