
Nell’ultimo San Remo, Francesco Benigni ha intrattenuto il pubblico con un esilarante monologo che non ha risparmiato nessuno, soprattutto il suo celebre obiettivo: Berlusconi.
In genere mi è sembrato molto divertente però, da storico, non ho apprezzato l’accostamento tra il nostro “giovane” presidente del consiglio e Napoleone Bonaparte. A dire il vero il comico toscano non è il primo che azzarda questa similitudine confondendo la lana con la seta. Facciamo subito qualche precisazione: l’opinione pubblica più erudita e l’opposizione accusano Silvio Berlusconi di attuare una politica “bonapartista”. Il termine “bonapartismo” nasce immediatamente dopo la caduta di Napoleone I e si concreta con l’ascesa del nipote Luigi Napoleone (una penosa imitazione dello zio) che divenne capo della Francia dopo il colpo di Stato del 2 dicembre 1851. La politica di Napoleone III si concretò quindi nella personalizzazione del potere, attraverso l'enfasi posta su elementi demagogici e carismatici, e nel rafforzamento dell'esecutivo, reso indipendente dal controllo del legislativo mercé una forte centralizzazione delle attribuzioni e delle competenze.
Letta questa definizione ci rendiamo conto quanto una simile arte del governare sia similare, se non uguale, a quello che sta facendo oggi l’uomo di Arcore nel nostro paese. Quindi Silvio Berlusconi è tranquillamente assimilabile alla politica “bonapartista”, ma non certo di essere Napoleone Bonaparte.
Sono anni che studio il “piccolo corso”, di rassomiglianze (l’altezza prima di tutto) ne ho trovate, fermandomi però solo agli aspetti più superficiali o, come ripeto, meramente limitati al tipo di governo da lui attuato: accentramento dei poteri, culto della personalità, eliminazione delle opposizioni e falsi plebisciti. Ma questo confronto trova subito i primi ostacoli quando metto sul piatto della bilancia fattori come la personalità, le cose fatte, la cultura e il valore. Non dimentichiamo che Napoleone Bonaparte, sebbene abbia collezionato guerre e una copiosa quantità di morti, è il padre di alcuni fondamenti sui quali poggia l’Europa contemporanea. Il suo passaggio ha lasciato una traccia indelebile nelle pubbliche amministrazioni di tutto il Vecchio Continente per non parlare poi dei tribunali, dove il suo Codice è tutt’ora alla base della legislazione di diversi paesi. Prendendo la giusta distanza da una vecchia storiografia che vedeva in Napoleone le radici del nostro risorgimento, ammettiamo tuttavia che fu il primo a instillare una sorta di sentimento nazionale in un paese frammentato, fece una forte opposizione al potere spirituale proclamando la sua laicità e il suo distacco dalla Chiesa (anche se dopo, per opportunismo, fu obbligato a fare qualche passo indietro).
Il giovane Silvio cosa ci lascia? Difficile dirlo allo stato attuale, si può solamente trarre un bilancio superficiale, ma non troppo confortante. La Televisione commerciale? Molti direbbero di si… accidenti come fare senza. Il Grande Fratello, la Fattoria, Scajola, le Centrali Nucleari, Gasparri, l’onorevole Vito, Dell’Utri, Processi impuniti, vogliamo andare avanti???
Certe volte, per quanto perfido possa sembrare, è come leggere il bollettino della battaglia di Austerlitz o quello della ritirata sulla Berezina. Solo che qui a ritirarsi non sono prodi soldati francesi, bensì il nostro patrimonio culturale. Per non parlare poi in campo internazionale. Anche Napoleone era considerato dalle principali corti europee della sua epoca, uno zoticone, tuttavia di fronte al suo sguardo, alle sue vittorie e alla sua intelligenza si sono inchinati la maggior parte dei sovrani certamente più blasonati. Di fronte a Silvio oggi ridono a crepapelle….
Quindi esorto le poche persone che leggeranno questo post a non fare più facili paragoni….tra l’immortalità di un grande uomo e il carrozzone circense di un altro rifattissimo ometto.
Chiudo con un solenne Vive l’Empereur! (Napoleone Bonaparte inteso…).
1 commento:
Viva l'Empereur Napoleon!
concordo entusiaticamente, ma non voglio più pensare a quell'ometto immortale, con il suo umorismo da bar Sport, gli occhietti porcini e quell'immonda calotta di peli color mogano sulla zucca, che ci sputtana col pianeta- Aspetto solo il prossimo G8; secondo me il grande Obama, che notoriamente lo detesta, ce lo mette un po' a posto: magra consolazione, ma meglio di niente...
Salud
Roffo
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