sabato 24 maggio 2008

La stella del mattino


"E' vestito di bianco e nessuno può vederlo in volto, perché gli occhi abbagliano fino ad accecare. Ha il potere di distruggere ciò che tocca e il dono di essere ovunque. A volte è solo, a volte guida schiere di cavalieri. Appare e scompare, il deserto è la sua casa, le rocce il suo cibo...Il suo nome vola da un'oasi all'altra. I pellegrini in viaggio verso la Mecca lo avvistano nelle tempeste di sabbia e lo chiamano Iblis, il Diavolo. Tutti lo temono. Anche tu".
In una Oxford piovosa del 1919 s'incontrarono i destini di alcuni uomini che avevano conosciuto il dolore, la disperazione di una guerra combattuta sotto terra, nel fango, nel magma misto di sangue e sporcizia delle trincee. Tra questi personaggi uno aveva evitato tutto questo, non certo per aver mancato al suo dovere nei confronti di Sua Maestà, semplicemente per averlo fatto in modo diverso, seguendo un percorso inusuale, su un terreno che non poteva celare nulla e non poteva essere scavato con facilità: il deserto. La figura protagonista di questo libro meraviglioso e T.E. Lawrence o più semplicemente Ned per gli amici (se ne aveva). Un ritorno a Oxford per scrivere le sue memorie, un riprecorrere i passi dei suoi primi anni da appassionato archeologo che lo portarono, per amor della ricerca, a diventare l'uomo dell'Impero in Medio Oriente. Impacciato con la divisa - ritratto magistrale da Peter O'Toole nel film hollywoodiano - il giovane Lawrence cominciò a scoprire quella terra sabbiosa grazie all'archeologia. Un suolo ricoperto da dune che ben conosceva dopo ore trascorse sui libri che trattavano di Crociate e architettura militare. Un fulmine che cadde nella tranquilla Università di Oxford, un'istituzione dove sembrava che il tempo non scorresse mai, stabile e conservatrice, diffidente verso il nuovo o i tentativi di innovazione. Crogiuolo di menti eccelse un pò eccentriche che, dopo la guerra, erano tornate in compagnia dai loro personalissimi fantasmi, delle loro paure e inquietudini. Vedere e immaginare chissà cosa da un angolo buio della stanza...questo capitava al buon Tolkien, reduce, studioso e vittima (in positivo) della personalità del nuovo arrivato, di Lord Dinamite. Un incontro, una reciproca diffidenza lentamente cancellata, ma mai del tutto scomparsa, soprattutto per quanto riguardava Lawrence. Incontri come quello con il poeta Robert Graves che voleva trasformare la sua angoscia per la guerra in versi di poesia. Se vogliamo capire quello che hanno passato questi uomini leggiamo le pagine del lavoro di Leeds su "La Terra di Nessuno". Tornando a Ned...da questo libro emerge ciò che lui era veramente: controverso, ambiguo, insoddisfatto, alla continua ricerca di qualcosa che aveva smarrito nella polvere di sabbia che adombrava i suoi ricordi. Uno stile di vita particolare reso ancor più inquieto dalle vicende politiche che, a guerra terminata, stavano sconvolgendo tutta la sua opera e la sua reputazione. Il suo amico Feisal, Churchill, il generale Allenby...e l'invenzione britannica dell'Iraq. Tutto questo si mescola - grazie alla sapiente mano di Wu Ming 4 - in una storia avventurosa, introspettiva, affascinate che spinge il lettore, di tanto in tanto, a chiudere gli occhi e viaggiare con T.E. e i suoi compagni oxfordiani, nelle gallerie dei loro tormenti creativi.

3 commenti:

Unknown ha detto...

bravo paolinho !


Ciao

GUNNY ha detto...

Grazie Luca... a presto

mcfabriz ha detto...

A bella de Torriggia, de çento galanti a l'è morta figgia!